La duplice importanza di un nuovo aereo da combattimento per l’artiglieria

Chiunque rifletta sulla politica di sicurezza in modo lungimirante e responsabile non potrà negare la necessità dell’acquisto di nuovi aerei da combattimento. Per l’artiglieria un aereo da combattimento moderno è doppiamente importante: da un lato, infatti, l’impiego dell’artiglieria dipende dalla sua protezione dagli attacchi aerei, e dall’altro i sistemi di artiglieria e quelli aerei sono complementari nel combattimento degli obiettivi terrestri.

A livello tattico l’artiglieria è l’arma che assicura di poter ridurre massicciamente le capacità di com-battimento dell’avversario, limitare la sua libertà di manovra e sostenere al tempo stesso il combat-timento dei propri elementi. Insieme alle formazioni di carri, l’artiglieria costituisce il nucleo delle truppe meccanizzate: nelle operazioni terrestri queste formazioni sono decisive, ma per sviluppare appieno la loro forza è necessario che esse siano sostenute e agiscano in cooperazione con le forze aeree.

Gli F-5E Tiger II sono stati acquistati alla fine degli anni ’60 per la difesa dello spa-zio aereo, ma non rispondono più alle at-tuali esigenze. Fonte: DDPS

Nessuna mobilità senza protezione aerea

Le formazioni meccanizzate non si caratterizzano solo per la loro potenza di fuoco, ma anche per la loro mobilità. La protezione dei veicoli corazzati è efficace soprattutto contro il fuoco diretto e indi-retto da terra; per combattere in modo indipendente gli elementi avversari a terra i veicoli sono inoltre dotati di armamenti difensivi. Nell’artiglieria questa capacità è assicurata principalmente con la mitragliatrice 64 da 12,7 mm; questa può invero essere usata anche contro obiettivi aerei, ma so-lo fino a una distanza di 1500 metri e con una possibilità di colpirli ridotta a pochissimi secondi. (1)

Realisticamente, dunque, gli elementi aerei dell’avversario non possono essere combattuti in modo indipendente e le truppe meccanizzate dipendono necessariamente dalla protezione delle proprie forze aeree, che comprendono tanto gli aerei da combattimento quando i mezzi di difesa terra-aria. Senza un tetto protettivo nella terza dimensione tutte le truppe di terra perdono la propria libertà di manovra; in particolare le formazioni di carri e d’artiglieria dovrebbero aspettarsi costantemente di essere annientate. (2)

Per quanto le formazioni meccanizzate siano dotate di forza, la loro capacità operativa è dunque de-terminata dalla situazione aerea in cui devono combattere. Per il loro impiego è necessaria almeno una situazione aerea favorevole: questo è il più basso grado di controllo sullo spazio aereo e un pre-requisito per il buon esito delle operazioni terrestri. Le forze aeree devono essere in grado di impedire alle forze aeree dell’avversario di usare efficacemente le loro armi contro le nostre forze a terra. (4)

La versione svizzera degli F/A-18 Hornet non è adatta al combattimento di obiettivi terrestri ed è ormai giunta al limite della sua durata d’impiego. Fonte: DDPS

«Joint Fires»: l’azione coordinata contro obiettivi terrestri

Gli aerei da combattimento hanno la capacità di penetrare rapidamente e in profondità il settore dell’avversario; posso combattere obiettivi distanti come strutture di comando e controllo, infra-strutture di comunicazione e di trasporto, sistemi-chiave delle forze armate o concentrazioni di truppe e veicoli. Per gli attacchi aerei possono essere utilizzate munizioni teleguidate (oggi sempre più spesso) oppure non teleguidate. Gli effetti possono essere devastanti e il raggio d’azione esten-dersi fino a diverse centinaia di chilometri, tanto che la sola minaccia di attacchi aerei costituisce un efficace strumento di pressione sull’avversario.

Nel combattimento a terra, cioè negli attacchi aerei su obiettivi terrestri, si distinguono principal-mente due metodi d’impiego. Il primo è l’interdizione aerea (Air Interdiction, AI), che si svolge pri-ma che le manovre di combattimento delle proprie truppe terrestri abbiano inizio, in modo tale da limitare la mobilità dell’avversario e indebolirne il più possibile le forze prima dello scontro. Il se-condo metodo d’impiego delle forze aeree su obiettivi terrestri è invece l’appoggio aereo ravvicina-to (Close Air Support, CAS), in cui le proprie truppe combattenti sono direttamente appoggiate sul terreno in azioni d’attacco oppure di difesa. Se il supporto di fuoco alle truppe combattenti è fornito in modo congiunto e coordinato dall’artiglieria e dalle forze aeree si parla di «Joint Fires».

In linea di principio, gli attacchi aerei possono essere utilizzati per combattere obiettivi simili a quel-li dell’artiglieria. Gli aerei da combattimento hanno però un raggio d’azione ben più ampio e posso-no essere impiegati anche contro obiettivi fortificati (p. es. i bunker) o infrastrutture come i ponti per cui la forza di combattimento dell’artiglieria è insufficiente.

Diversamente che nei sistemi d’artiglieria, i sensori e l’armamento sono combinati su un’unica piat-taforma. Gli obiettivi possono essere oggetto di ricognizione o di combattimento. Gli aerei da com-battimento sono cionondimeno disponibili solo in numero ridotto e il loro impiego dipende in misu-ra determinante delle condizioni meteorologiche: per questo motivo gli attacchi aerei si concentra-no su obiettivi-chiave che si trovano fuori dal raggio d’azione dell’artiglieria.

Le risorse delle forze aeree e gli obici dell’artiglieria sono oggi in Svizzera gli unici mezzi disponibili per combattere un avversario a distanza, e i due sistemi si completano a vicenda nel combattimento degli obiettivi terrestri. Il tipo di arma utilizzata dipende dalla posizione dell’obiettivo, dalla priorità di combatterlo e da questioni di tempo (disponibilità di sensori e mezzi). (4)

L’obice blindato M-109 è mobile e ha po-tenza di fuoco, ma la sua gittata è limitata a poche decine di chilometri. Fonte: Br mecc 11

Fonti

1) Regl 54.136, «Mitragliatrice 64» 2) Regl 56.090, «Führung und Einsatz der Luftwaffe» 3) Regl 50.041, «Terminologia dei concetti di condotta dell’Esercito 17» 4) «Luftverteidigung der Zukunft», VBS 2017.

Efficacia sull’obiettivo: il tipo di munizione è decisivo

La munizione convenzionale per l’impiego classico del fuoco d’artiglieria contro obiettivi estesi ha generalmente perso di significato. Un’importanza crescente assumono invece oggi i tipi di munizione ad alta precisione per il combattimento di singoli obiettivi all’interno di un terreno edificato. Oltre a ciò un’artiglieria moderna deve poter raggiungere obiettivi distanti fino a 100 km.

La munizione d’artiglieria per gli obici blindati M109 di calibro 15.5 cm è composta da quattro elementi: innesco (primer), carica di lancio, spoletta e proiettile. Il primer provoca l’innesco iniziale della carica che serve a determinare l’accelerazione del proiettile. A seconda della quantità di polvere innescata possono essere ottenuti diversi impulsi di partenza e, conseguentemente, differenti lunghezze di gittata. La spoletta serve invece all’innesco della detonazione del proiettile. Esistono spolette di vario tipo: spolette ritardate, che ritardano la detonazione a un determinato momento dopo l’impatto; spolette a tempo, impiegabili in maniera tale che – nel caso ideale – il proiettile esploda pochi metri al di sopra della superficie dell’obiettivo; spolette ad avvicinamento, che innescano la detonazione sulla base di un misuratore di distanza. Tutte le spolette possono essere utilizzate anche come inneschi momentanei, provocando ovvero un’esplosione immediata al momento dell’impatto.

Granata di calibro 15.5 cm con statoreattore della Nammo AS con capacità di gittata fino a 100 km

L’efficacia reale è determinata dal tipo di munizione utilizzata. A fianco della granata d’esercizio e della granata illuminante, l’Esercito svizzero dispone di altri due tipi di munizione d’artiglieria di calibro 15.5 cm. In primo luogo la granata d’acciaio, che può essere utilizzata contro ogni genere di obiettivo ma la cui efficacia è invero sufficiente solo contro obiettivi piuttosto fragili; contro obiettivi di media solidità l’efficacia delle granate d’acciaio è invece solo parziale, limitata al danneggiamento di antenne, apparecchiature optoelettroniche ecc. Contro gli obiettivi più massicci è possibile impiegare la munizione SMArt 155 (Suchzünder-Munition für die Artillerie), composta di due submunizioni rilasciate in volo dopo un lasso di tempo predeterminato e paracadutate sulla zona degli obiettivi, con un sistema di sensori che permette loro di riconoscere autonomamente gli obiettivi medesimi e con una carica esplosiva sufficiente a distruggere anche obiettivi blindati. Le munizioni a grappolo (Kanister) acquistate tra il 1988 e il 1999 sono invece state vietate a seguito della ratifica della convenzione internazionale dell’ONU, in ragione dell’alto numero di proiettili inesplosi lasciati sul terreno da questo tipo di munizione.1

Di conseguenza le capacità dell’artiglieria sono state fortemente limitate. Oltre a una riduzione della gittata massima a 20 km, le convenzionali granate d’acciaio hanno infatti un’efficacia limitata contro obiettivi blindati; le granate del tipo SMArt sono d’altro canto una munizione intelligente di vecchia generazione, pensata primariamente per un conflitto armato di tipo convenzionale (in particolare per il combattimento di veicoli blindati su terreno aperto),2 e disponibili soltanto in numero ridotto.

Esigenze di una moderna munizione d’artiglieria

Il Messaggio sull’esercito 2019 prevede un credito quadro per la preparazione all’approvvigionamento di un nuovo sistema d’artiglieria con calibro 15.5 cm. Le esigenze fondamentali sono tre: mobilità, precisione, gittata.3 Mentre la mobilità è determinata unicamente dal tipo di piattaforma dell’arma, precisione e gittata sono legati anche al tipo di munizione impiegata.

Procedimenti per un aumento della precisione del tiro

Per aumentare la precisione del tiro esistono essenzialmente tre possibili procedimenti:

  • munizione pilotata nelle fasi finali: con questo metodo, che richiede un dispendio relativamente contenuto, una granata convenzionale viene trasformata in una munizione di precisione. Si tratta di montare uno speciale elemento aggiuntivo alla granata in moda da permetterle di orientarsi in direzione delle coordinate dell’obiettivo durante la fase discendente della traiettoria. I costi si aggirano intorno ai 10’000 CHF per ciascuna granata.
  • munizione pilotata con GPS: con questo metodo i dati dell’obiettivo sono programmati in precedenza e nel punto più alto della traiettoria parabolica l’apertura di alette permette di pilotare il proiettile in direzione della posizione satellitare prescelta. Anche su lunghe distanze questo metodo permettere di colpire l’obiettivo con traiettoria perpendicolare ed è perciò particolarmente adatto per gli impieghi in terreno edificato. I costi sono all’incirca di 80’000 – 100’000 CHF per ciascuna granata.
  • munizione pilotata a laser: basandosi su un concetto che risale agli anni 1980, il proiettile viene pilotato tramite laser, ovvero irraggiando l’obiettivo fino al momento dell’impatto. (2)

Per un’efficacia maggiore, ovvero più precisa, è in ogni caso necessaria un’esatta identificazione e osservazione dell’obiettivo; (4) parallelamente aumenta anche l’importanza dei dati meteorologici.

Sfondamento di un muro e detonazione di una munizione esplosiva DM121 15.5 cm della Rheinmetall GmbH

L’ambito aumento della lunghezza di gittata

Una possibilità per l’aumento della lunghezza di gittata sta nel miglioramento delle proprietà aerodinamiche del proiettile oppure nella riduzione del vortice d’aria provocato dallo stesso proiettile per mezzo di piccoli propulsori (Base-Bleed-Munition). Grazie a simili procedimenti, tuttavia, la distanza d’impiego può essere aumentata soltanto di alcuni chilometri. Più incisivo appare invece l’impiego di statoreattori (Ramjet), che – analogamente a una turbina – comprimono l’aria all’interno del proiettile; questo permette di raggiungere distanze fino ai 100 km.

Un aumento della gittata è inoltre possibile con l’impiego di cariche più massicce e con forza esplosiva più elevata, comportando però di conseguenza sostanziali adeguamenti e interventi nella costruzione dell’obice (canna più lunga, camera di carica più grande, obice più robusto). (2)

Necessità di rinnovamento della munizione d’artiglieria

Nell’ambito della munizione d’artiglieria esistono già oggi in Svizzera rilevanti lacune. Inoltre le scorte di munizione esistenti hanno ormai raggiunto un’età media piuttosto elevata: tra il 2020 e il 2030 la maggior parte delle munizioni avrà raggiunto la propria scadenza d’impiego.5 La Società svizzera degli ufficiali d’artiglieria SOGART – SSUART ritiene necessario che il dibattito relativo al rinnovamento del sistema d’artiglieria non si concentri unicamente sulla piattaforma d’arma, ma sia esteso anche all’altrettanto importante questione dell’approvvigionamento di munizioni moderne. Gli elevati costi d’acquisto e di manutenzione delle munizioni di precisione renderanno possibile il rinnovo solo in quantità limitate: strettoie sul percorso devono dunque essere messe in conto e valutate anticipatamente e con la necessaria attenzione.

Fonti

(1) DDPS, Completata la distruzione di munizioni a grappolo dell’Esercito svizzero, 19.03.2019 (2) Consiglio federale, Zukunft der Artillerie. Bericht in Erfüllung des Postulates 11.3752, 20.01.2016 (3) Consiglio federale, Messaggio sull’esercito 2019, 20.02.2019 (4) «Wir müssen präziser treffen können». Intervista con il div Wellinger, «Tagesanzeiger» 16.05.2019 (5) DDPS, Zukunft der Bodentruppen, 16.05.2019

La SSUART s’impegna da 35 anni per una artiglieria moderna

L’artiglieria è l’arma per lo sforzo prinicipale a livello tattico. Essa può ridurre la forza di combattimento dell’avversario, limitarne la sua libertà d’azione e al contempo appoggiare i propri elementi di combattimento.

La SSUART tutela l’importanza del fuoco indiretto da 35 anni e si impegna ulteriormente a tale scopo.

Il 2 marzo 1984 fu fondata a Lucerna la «Società Svizzera degli Ufficiali delle Truppe di Fortezza» (SSUF). Questa fu costituita con l’idea di rappresentare debitamente gli interessi delle truppe di fortezza di recente costituzione con le autorità responsabili e nell’opinione pubblica. Si è ritenuto che gli armamenti, l’equipaggiamento e l’istruzione fossero stati trascurati nonostante la nuova formazione di questa arma. È stato subito riconosciuto che l’artiglieria mobile fosse confrontata con le stesse sfide. Con lungimiranza ci si rese conto dell’importanza di schierarsi in favore di un’artiglieria comune (mob/fort). Detto ciò nel 1988 il nome mutò in “Società Svizzera degli Ufficiali d’Artiglieria e delle truppe di Fortezza” (SSUAF) e lo scopo della società modificato di conseguenza. Più tardi anche la Società Svizzera degli Ufficiali di Trasmissione dell’Artiglieria fu integrata nella SSUAF. L’Esercito XXI mutò le truppe di fortezza come arma indipendente e diede ragione ai lungimiranti artiglieri di fortezza del 1988, perché da quel momento in poi ci fu solo una artiglieria. Questa includeva tutte le armi a traiettoria curva a partire dal calibro 12 cm. Infine vi fu l’ultima ridenominazione da SSUAF a “Società Svizzera degli Ufficiali d’Artiglieria” (SSUART). Con questo passo si sottolineò come la SSUART rapresentasse ogni singolo artigliere dell’esercito. (1)

L’artiglieria plasmata pionieristicamente: i vecchi presidenti della SSUART

Attuale importanza del fuoco indiretto

Il fuoco indiretto è praticamente impiegato in tutti i conflitti militari. Non vi sono segnali prevedibili che ciò in futuro possa cambiare. Un recente esempio del potenziale dell’artiglieria viene dal conflitto ucraino con l’annientamento di 2 battaglioni della 24esima brigata meccanizzata ucraina nel giro di pochi minuti.2 In Europa non vi è nessun esercito il quale abbia rinunciato al fuoco indiretto. Anche se i numeri dei pezzi d’artiglieria ha subito delle riduzioni in molti paesi, la capacità di appoggiare le truppe di combattimento a diverse distanze viene continuamente sviluppato ovunque. L’obiettivo è quello di ottenere con mezzi numericamente inferiori, un’uguale o addirittura maggiore efficacia.

Stato del sistema artiglieria in Svizzera

La nostra attuale artiglieria comprende tutti gli elementi che permettono la pianificazione, la condotta e la direzione del fuoco indiretto. In questo contesto il sistema complessivo è presente. Tuttavia non corrisponde a tutti i requisiti d’impiego. Lacune sono presenti in particolare nei seguenti quattro ambiti:

1. Gittata: con la perdita delle munizioni a submunizione la gittata si è ridotta da 27 a 20 km. D’altro canto con sistemi d’artiglieria a lunga gittata (> 50 km) dai confini esteri si può sparare su quasi tutto il territorio svizzero.

2. Precisione: entrambi i generi di munizione intelligente in possesso dell’Esercito Svizzero (SMArt 15.5 cm e 12-cm munizione STRIX 12 cm) sono di vecchia generazione. Esse sono principalmente progettate per il combattimento di veicoli blindati in terreno aperto.

3. Mobilità: numerosi veicoli logistici e di condotta sono veicoli cingolati basati sul 50enne modello M-113 che causano costi d’esercizio elevati.

4. Procedure d’impiego: i processi attuali sono principalmente orientati a un conflitto con un avversario convenzionale. In questo modo il sistema FARGO (calcolo delle traiettorie) non permette con singoli pezzi d’artiglieria di combattere contemporaneamente più obiettivi.

Per ovviare le lacune vi sono due miglioramenti in fase di realizzazione:

1. Mortaio 16: in questo modo si colma la lacuna del fuoco indiretto su corte distanze (fino a 10km). A tal proposito alle formazioni d’impiego viene data la possibilità di poter combattere singoli obiettivi anche in aree urbane.

2. Sistema tattico d’esplorazione (TASYS): i mezzi d’esplorazione e d’osservazione saranno così organizzati in modo da permettere, oltre che ai comandanti di tiro, anche agli esploratori di poter dirigere il fuoco d’appoggio. Ciò provoca una proliferazione di questi importanti sensori. (3)

Modernizzazione dell’artiglieria necessaria

Diversi componenti del sistema integrale d’artiglieria raggiungeranno nel 2025 i propri limiti tecnici della durata d’impiego. Questo rigaurda principalemente l’obice blindato M-109, piattaforma d’arma per l’appoggio indireto di fuoco su medie distanze (10-50km). Per la sua sostituzione vi sono numerose varianti, dalla sostituzione con pezzi d’artiglieria morderni in minor o ugual numero fino a un successivo aumento dell’efficenza di combattimento oppure passando a una strategia di due flotte fino alla rinuncia dell’artiglieria di media gittata.

La SSUART a passo con i tempi: la visita al mortaio 16

Prima comunque che i singoli componenti vengano rinnovati, i requisiti dell’artiglieria futura dovranno essere chiaramente definiti. In tale contesto non si accetterà un’assunzione consapevole di lacune nelle competenze per ragioni di costo. Ad aggravare le cose, ci sono due sviluppi che devono essere tenuti in seria considerazione:

1. L’aumento degli insediamenti e dell’urbanizzazione rende sempre più improbabile il combattimento contro veicoli blindati in terreno aperto. Più importanti saranno i singoli obiettivi in aree edificate, dove è necessario evitare danni collaterali alla popolazione civile e alle infrastrutture.

2. Una minaccia ibrida costringe l’esercito ad affrontare una vasta gamma di sfide militari. La capacità d’imporsi sul campo di battaglia contro attori statali e non-statali varrà anche per l’artiglieria ed è un aspetto cui tenere conto nel suo sviluppo. (4)

Per la SSUART è dunque importante di poter definire in tempi brevi il catalogo dei requisiti per un’artiglieria moderna, in modo da poter garantire la sostituzione dei componenti essenziali del sistema d’arma dell’artiglieria a partire dal 2025.

Fonti

1) Kevin Guerrero e Peter E. Leuthold, 20-Jahr-Jubiläum: Von der SGOF zur SOGART, SOGAFLASH 2005, pagg. 37-38

2) Frank Leidenberger, Thesenpapier I, Wie kämpfen Landstreitkräfte künftig, S. 6

3) Generalsekretariat VBS, Projektbericht VBS, Projektbeurteilung per 31.12. 2017, pag. 44

4) Zukunft der Artillerie, Bericht des Bundesrates in Erfüllung des Postulates 11.3752, 2016

L’appoggio di fuoco indiretto a corta distanza

Il fuoco indiretto è un elemento essenziale perché l’Esercito possa adempiere i propri compiti nell’ambito della difesa. Senza l’appoggio di fuoco delle armi a traiettoria curva le proprie formazioni di combattimento sono lasciate costantemente sotto il tiro del fuoco avversario e perciò costrette a restare al coperto, impedite a muoversi sul campo e così anche impossibilitate a limitare le capacità di combattimento della controparte.

Il fuoco indiretto è stato impiegato praticamente in ogni conflitto armato a partire dal 1990 e non ci sono segnali che nel prossimo futuro qualcosa debba cambiare. Con il fuoco indiretto è possibile appoggiare le proprie formazioni limitando la libertà di movimento dell’avversario e ostacolando così la sua attività di combattimento. Il fuoco indiretto con armi a traiettoria curva non è stato e non è impiegato soltanto da forze armate statali e organizzate militarmente, bensì anche da gruppi armati non statali, per esempio con l’utilizzo di razzi, mortai o singoli pezzi d’artiglieria. Il fuoco indiretto può inoltre essere impiegato su distanze variabili: sulle medie e lunghe distanze vi sono l’artiglieria degli obici e dei lanciarazzi nonché gli elicotteri e gli aerei da combattimento, mentre sulle brevi distanze, vale a dire nel raggio di 10 km circa, possono essere utilizzati i sistemi di mortai.

Il carro lanciamine 64/91

Carro lanciamine 64/91

Fino al momento della messa fuori servizio – nell’anno 2009 – del carro lanciamine 64/91, i battaglioni di combattimento disponevano di un mezzo per l’appoggio di fuoco indiretto a corta distanza. Il carro lanciamine 64 fu l’ultimo veicolo progettato per l’Esercito svizzero sulla base del carro da trasporto statunitense M113. In confronto al carro M113 A1 standard, il carro lanciamine 64 disponeva di interni modificati e di un sistema radio più sviluppato. Il veicolo pesava 12 tonnellate e poteva muoversi sulle strade a una velocità massima di 65 km/h; la blindatura ammontava a spessori compresi tra i 12 e i 44 mm. Il boccaporto per la truppa fu modificato in modo da aprirsi lateralmente in due parti sul tetto del veicolo e al di sotto di esso fu installato un lanciamine di calibro 12 cm che, se necessario, poteva anche essere impiegato sul campo montandolo su una speciale piattaforma. Tanto all’interno quanto all’esterno il carro lanciamine 64 mostrava numerosi adattamenti che erano almeno in parte conseguenza dell’armamento principale. Il pannello attrezzato sulla parte anteriore serviva a garantire la capacità di guado del veicolo; in seguito alla revoca del permesso quale mezzo anfibio, il pannello fu rimosso e sostituito con un telone di copertura montato di traverso su una lamiera di fissaggio per contenere gli effetti dell’equipaggio.

Con l’arma principale progettata e prodotta dalla Waffenfabrik Bern (W+F Bern) era possibile sparare granate di lancio, granate fumogeno-incendiarie, munizioni illuminanti e granate esplosive d’esercizio; intorno all’anno 2000 si aggiunse a queste la granata da mortaio teleguidata e autodirezionale STRIX, di produzione svedese. In totale era possibile trasportare sul veicolo 70 munizioni.

Quale armamento secondario il carro lanciamine 64 disponeva di una mitragliatrice 64 di calibro 12,7 mm, inizialmente prodotta dalla Browning e più tardi dall’azienda Ramo.

Per le compagnie di lanciamine dei battaglioni di blindati e dei battaglioni di fanteria furono messi complessivamente a disposizione 132 veicoli di questo tipo. L’equipaggio era composto da cinque militi: capocarro, pilota, mitragliere, capo-mortaio e addetto alla preparazione delle cariche.

L’appoggio di fuoco indiretto nel futuro

Mortaio 16

Dal momento della messa fuori servizio del carro lanciamine 64/91, ormai desueto, le formazioni di combattimento dell’Esercito svizzero, vale a dire i battaglioni di blindati e i battaglioni di fanteria, non dispongono più di nessun sistema volto ad assicurare l’appoggio di fuoco indiretto sulle brevi distanze. Questa è una capacità che sarà recuperata grazie all’introduzione del mortaio 16 di calibro 12 cm. Al livello tattico inferiore, ovvero a livello di battaglione, il mortaio 16 permette di stabilire rapidamente degli obiettivi principali del fuoco, p. es. assembramenti di truppe avversarie o veicoli della controparte. I mortai hanno una traiettoria di tiro molto incurvata e sono perciò particolarmente adatti all’impiego in terreni edificati. Nell’ambito dell’USEs (Ulteriore sviluppo dell’Esercito) i quattro gruppi d’artiglieria ancora esistenti saranno rafforzati con una nuova batteria di mortai, ciascuna dotata di otto carri mortaio 16 suddivisi in due sezioni equivalenti. In impiego le batterie di mortai possono essere subordinate alle formazioni di combattimento come unità o anche a livello di sezione, oppure essere condotte centralmente dai gruppi d’artiglieria. Ciascun mortaio può essere impiegato anche singolarmente e perciò i sistemi di mortaio sono tutti dotati di un calcolatore per determinare gli elementi di tiro: l’Esercito svizzero disporrà così per la prima volta della capacità del cosiddetto on-board-computing, per cui ciascun singolo sistema d’arma è fornito di un proprio posto di comando di tiro.

Posto di comando di tiro (on-board-computing)

È dunque pianificato l’acquisto di 32 mortai collegati al sistema integrato per la condotta e la direzione del fuoco d’artiglieria (INTAFF) e al sistema d’interconnessione di condotta dell’artiglieria, nonché di 12 autocarri blindati della logistica come pure di 36 container per il trasporto di munizione. I mortai 16 dovrebbero essere forniti negli anni 2020-2022. La prima scuola reclute per l’istruzione degli equipaggi è prevista per il 2023, in modo da poter introdurre il nuovo sistema presso le truppe entro i servizi di perfezionamento dell’anno successivo.

Riassunto

Dopo un’interruzione di quindici anni, con il mortaio 16 l’artiglieria svizzera recupererà la propria capacità di fuoco a corta distanza. Senz’ombra di dubbio si tratta di una pietra miliare sulla strada del futuro dell’artiglieria. Restano tuttavia aperte grandi lacune nel campo dell’appoggio di fuoco sulle medie e lunghe distanze, nella precisione del fuoco, nella protezione degli equipaggi e nella mobilità. Queste lacune devono necessariamente essere affrontate nel contesto di una riflessione generale sulla sfera d’impiego terrestre.